La forza del colore

Le opere relative al progetto “la forza del colore” sono state realizzate dalle studentesse e dagli studenti del Dipartimento arti figurative bidimensionali del liceo artistico “Bernardino di Betto” di Perugia.

Il percorso artistico prende l’avvio da un’idea nata dalla sensibilità del prof. Matteo Pirro, Direttore del Reparto di Medicina interna dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, e delle Coordinatrici infermieristiche Donatella Renga e Monica Cittadini. Nell’incontro avvenuto tra gli studenti iscritti al dipartimento di arti figurative bidimensionali dell’a.s. 2018-2019 e gli operatori sanitari vennero esaminati i contenuti che permisero ai docenti e alle classi coinvolte di indagare soggetti, tecnica e supporti idonei alla migliore riuscita dell’impresa.

L’emergenza legata al Covid ha rallentato la nostra marcia ma non l’ha fermata. I diciassette pannelli di grande formato cm 150×100, dipinti in acrilico su forex, raffiguranti immagini del corpo umano viste al microscopio, e un mosaico cm 100 diametro, in pasta vitrea, con un prezioso inserto in finto commesso che racconta per simboli la storia dell’ospedale, sono ora visibili a chiunque nell’atrio dell’edificio ospedaliero e presto verranno collocati nel reparto di medicina interna, luogo per il quale sono stati originariamente pensati, progettati e realizzati.

L’auspicio è che il colore abbia il supremo compito di alleggerire la permanenza spesso forzata di tanti donne e uomini che, costretti a un ricovero, vedono scorrere periodi della loro vita in anonime stanze e spogli corridoi.

Lo studio personale di ciascuno studente si è incentrato sulla riproposizione di soggetti legati al corpo umano, visti con l’occhio mirabile del microscopio. Il mosaico, opera nata dal coinvolgimento di un intero gruppo classe, vuole essere una modesta “summa” del pensiero che, in epoche a noi lontane, vede nel soccorso la più alta delle opere di misericordia. La storia dell’ospedale viene così rappresentata attraverso il suo legame imprescindibile al territorio e all’operosità dell’uomo che sempre volge il proprio sguardo al cielo pur rimanendo radicato alla terra.

I nostri ringraziamenti sono rivolti alla Direzione strategica dell’Azienda ospedaliera di Perugia, al prof. Matteo Pirro, Direttore s. c. medicina interna, a Mario Amico, responsabile accoglienza e umanizzazione, a Donatella Renga e Monica Cittadini, coordinatrici infermieristiche, alla prof.ssa Rossella Magherini, Dirigente scolastica del Liceo artistico, ai proff. Marco Balucani, Rita Fortunelli, Stefania Sisani, docenti di Discipline pittoriche presso il Liceo artistico, a Gioia Allegrucci, Gianni Boco, Marisa de Carolis, Lucia Tritini, assistenti tecnici del Dipartimento arti figurative del Liceo artistico. Un ringraziamento particolare agli studenti: 

per i dipinti: Giulia Belardinelli, Vanessa Bianchini, Ginevra Bissola, Tommaso Brufani, Laura Carrettucci Caratucci, Tonia Casillo, John Allen Cornejo, Diego Formica, Emma Genovese, Manuel Giorgi, Elena Leotta, Rebecca Maccioni, Sophie Margaritelli, Elisabetta Emilia Orban, Giada Piroloseti, Cristina Qoqu, Marco Rossi;

per il mosaico: Clarisse Andrade, Davide Bacocchi, Davide Cecchetti, Asia Fusco, Monica Lavoratori, Pietro Mariucci, Patrick Poropat.

Dicono di noi

Comunicato stampa Azienda Ospedaliera

Perugia Today

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Discorso di presentazione degli studenti

Questo progetto curato da noi ragazzi, guidati dai nostri insegnanti è stato pensato ed elaborato per far scaturire gioia, forza e ottimismo. Le opere sono state create tutte insieme, sono esse stesse unione e forza. Abbiamo lavorato seriamente e ininterrottamente per un lungo periodo, la mattina, durante le ore di lezione, nel pomeriggio, e ci siamo aiutati reciprocamente.
Il lavorare insieme ci ha fatto capire che fare gruppo è una forza per tutti noi. L’importanza del colore è fondamentale per toccare i sentimenti degli esseri umani.
Questa tematica, con la bellezza e l’unicità delle cromie sono il filo conduttore che lega la realizzazione dei diciassette pannelli qui esposti. Ogni immagine proposta è stata da ciascuno di noi scelta e studiata, scrupolosamente analizzata, disegnata più volte infine realizzata. Il colore è la chiave di volta per annullare la monotonia delle pareti di un ospedale, ma anche e soprattutto per toccare la sensibilità delle persone, aiutandole ad uscire da momenti di sconforto. Scudo protettivo per meglio affrontare la lotta contro le paure.
La bellezza che agisce come ancora di salvezza, che fa intravedere in lontananza quel barlume di speranza che può aiutare nella cura verso la guarigione, scorrendo lo sguardo pannello dopo pannello, tutti legati tra loro ma tutti diversi, ci accompagnano verso una luce insperata. Il colore, per noi fonte indispensabile di energia, ci fa ritrovare armonia ed equilibrio, nel corpo e nello spirito.
Intervenire con la nostra installazione in anonimi corridoi di una corsia d’ospedale, attraverso la rappresentazione di tessuti umani ingigantiti, ci ha dato l’opportunità di intraprendere un percorso scolastico che poteva guardare oltre, all’esterno, ad un luogo dedicato all’umanità e alla sua salute.
I soggetti sono, in fondo, un semplice pretesto che ci ha permesso di donare, ad una comunità più ampia di quella scolastica, il nostro pensiero, visione ideale, realizzato attraverso il colore. Colore che impressiona ed affascina, opere destinate a farci convergere nel segno dell’unità.
Ispirazione poetica, questa, che potrà allontanarci, seppur per un momento, dal nostro fragile corpo terreno, per guidarci in una dimensione altra di bellezza, in cui il tempo si può fermare.
Infinità terrena dell’anima che attraverso immagini terrene ma, invisibili all’occhio umano, come i tessuti del nostro corpo che, da infinitamente piccoli divengono grandi e dilatati, e che debordando ci conducono in un “viaggio fantastico”, citando il titolo di un vecchio film, dilaganti poi in magnifiche visioni.
Il soggetto scelto è dunque il corpo umano, nei suoi luoghi più profondi e remoti, tutti diversi mai eguali, sempre in divenire. Il corpo umano, che osservato nella sua realtà esteriore, non manifesta immediatamente il mondo nascosto, celato nel suo straordinario microcosmo.
Affiancato ai diciassette pannelli dipinti è presente un mosaico di diverso impatto e diversa concezione, studiato, pensato e realizzato dagli studenti di una classe terza nel 2018 – 19, ora diplomati ed inseriti in altre realtà di studio o lavorative.
L’opera è stata pensata e creata per l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia e vuole rappresentare la storia dell’Ospedale stesso, dalla sua nascita in via Oberdan, al suo trasferimento a Monteluce, sino alla sua collocazione a San Sisto.
Nonostante i vari spostamenti l’Ospedale ha mantenuto lo stesso nome, il quale rimanda alle sue origini in qualità di casa di ricovero, mettendo in pratica il desiderio di una comunità solidale con l’alto obbiettivo di assistere i poveri, gli emarginati e i moribondi.
Il Mosaico è stato realizzato su una base circolare che vuole evocare l’eternità, simboleggiata dal colore azzurro, inscritto al cerchio si trova un ottagono, formato da una cornice grigia che rappresenta la vera del pozzo medievale storicamente ubicato in via Oberdan e che da qualche anno si trova all’ingresso dell’Ospedale. La scelta del pozzo come chiave di lettura è data dal senso profondo che l’acqua ha per la vita di ogni essere vivente. Acqua che dà sollievo, che rigenera, che dà vita.
Sulla cornice sono state inserite le iniziali O e M, alternate a una croce rossa, antichi simboli dell’ospedale. Le forme geometriche, fortemente segnate da linee di contorno, ricalcano fedelmente le pietre, formanti il pozzo, i colori utilizzati sono caldi poiché vogliono esprimere allegria e contrastano con i toni freddi degli altri soggetti presenti nell’opera.
Altro elemento circolare, posizionato nel cuore del cerchio che tutto contiene, identifica il pianeta terra nel cui interno sono raffigurati fiori di varie tipologie e cromie che simboleggiano la natura, la terra con i suoi beni salvifici. Ancora, si ergono dal nostro pianeta, tronchi di albero che affondano le radici nella terra ma che innalzandosi al cielo, divengono mani, verdi, come la speranza, che mai è scontata.
L’azzurro è talvolta cielo, talvolta acqua, questa, stilisticamente realizzata ripercorrendo lo stile, dagli umbri tanto amato e conosciuto della pittura di Gerardo Dottori, aeropittore futurista. Lo sguardo colto dell’artista, sull’Umbria che gli ha dato i natali, bellezza che è riuscito ad immortalare, è stato per noi guida ed esempio.
La tecnica del mosaico in pasta vitrea è stata scelta per le sue qualità intrinseche, la durevolezza, la forza visiva, la persistenza. L’inclusione di parti realizzate in finto commesso alla maniera del marmo, ci ricorda che la diversità è visionaria. E’ progresso. E’ uno sguardo fiducioso al futuro.
Il progetto partecipato con entusiasmo e soddisfazione da tutti noi studenti è stato portato a termine con la consapevolezza di aver realizzato una grande opera per il prossimo.

Questa si presenta per noi studenti, come la prima esperienza di una sorta di committenza, che ci permette di esporre alla fruizione di un grande pubblico il nostro prodotto.
Grande è la nostra soddisfazione nel vedere le opere esposte e questo permetterà, anche, al ricordo del lungo processo vissuto da noi ragazzi, di permanere nel tempo.